Descrizione
Prologo a Pozzuoli e il dramma a Napoli.
Altri copioni manoscritti ad uso dei suggeritori:
Eduardo D’Acierno, Na penzata ‘a crapara Anonimo. Casa Baratti
Di Majo. Vicchiarella Perrella. Nu Muorte!
Ragosta. E’ Piscature Napulitane Carlo De Flaviis – Anema nova
‘O Cuppè d’ a morte Cammarera o patrona?
Eduardo Minichini – Il Lampionaro di S. Maria in Portico. Eduardo Minichini – La iena del cimitero.
«[…] Nelle prime pagine – rigorosamente manoscritte – del copione può anche mancare l’autore ma è essenziale che ci sia l’indicazione della proprietà, ed è più frequente notare l’assenza del primo piuttosto che quello della seconda. Sullo stesso copione, numerose possono essere le cancellature, le sostituzioni, che stanno a indicare i passaggi di mano: questo ci dice che il proprietario – in questo caso un suggeritore – è il vero dententore del sapere, mentre l’autore ha un ruolo di secondo piano, occupa un posto evidentemente marginale. […]
La proprietà fermata sui copioni non denuncia il bisogno di ricostruire una totalità, ma ribadisce solo la necessità di possederla o di esserne parte: impradronirsi del repertorio significa padroneggiare il livello consolidato della produzione nella molteplicità dei frammenti che costituiscono il corpus delle possibili forme del teatro napoletano; significa accumulare storie su storie, forme su forme, strutture su strutture». [De Matteis Stefano, Napoli in scena. Antropologia della città del teatro. Roma, Donzelli, 2012].