Descrizione
Il Direttissimo della Salute (50×70), manifesto realizzato da Filberto Scarpelli nel 1922, in bianco e nero, raffigura un treno che percorre la campagna e alla cui testa sono riportate le parole: Igiene, Previdenza, Assistenza. Il treno nella sua corsa travolge algune figure, simboli delle malattie sociali dell’epoca, come: botti e fiasche che rappresentano l’alcoolismo, un mostro tricipite per le malattie veneree, un grosso anofele che simboleggia la malaria e infine una megera ossuta e scapigliata che rappresenta la tubercolosi. I vagoni ospitano bambini festanti che portano bandierine su cui è scritto: Salute, Allegria, Vigore, Benessere, vincitori del bene contro il male. Il sole è il simbolo della luce del nuovo mondo. Cfr. https://movio.beniculturali.it/inapp/lavoroesocietaaiprimidelnovecento/it/118/il-direttissimo-della-salute
«Degna di nota è sicuramente la produzione di manifesti di propaganda popolare per la lotta ai mali sociali attraverso l’utilizzo di immagini, o meglio, veri e propri disegni d’artista, in grado di colpire le coscienze delle masse. Ne sono un esempio Il Direttissimo della Salute, Alla conquista della Salute, L’Alfabeto della Salute, L’Albero della Salute, La Medusa (o Le sette piaghe), Lotta alla Malaria, una serie di manifesti opera di Filippo Scarpelli (i primi tre) e del Professor Virgilio Retrosi (gli ultimi tre), pubblicati tra il 1922 e il 1925, utilizzati anche come copertine di alcuni volumi di Difesa Sociale». Cfr. Camilla Corona, La storia istituzionale dell’Istituto per gli Affari Sociali tra house organ e carte d’archivio (1922-2010), Roma, 2022.
Filiberto Scarpelli (Napoli, 1870-Roma 1933), celebre disegnatore satirico, umorista, artista d’avanguardia italiano e anche discreto giornalista. Con Marchetti, Montani, Tolomei e Yambo è tra i fondatori del giornale satirico Il travaso delle idee. Lavora anche per Numero, Pasquino, il Giornalino della domenica e Il Corriere dei Piccoli. Partecipa al movimento futurista con evidenti rifrazioni anche sullo stile. Morì assassinato a Roma.
L’IPAS [Istituto Italiano di Igiene Previdenza e Assistenza Sociale] fu fondato nel 1922 da Ettore Levi (Venezia 1880 – Roma 1932), professore e medico neuropatologo, appartenente a una famiglia ebraica già da generazioni affermata nel campo della medicina. L’attività propagandistica dell’IPAS si contraddistinse, anche, per la pubblicazione di una serie di manifesti murali, strumenti capaci di educare e diffondere informazioni utili alla tutela della salute individuale e collettiva. L’istituto fu amministrato dalla Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali e, dal 1933, dall’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale (poi INPS). Nel 1932, anche a causa delle sue origini ebraiche, Ettore Levi sarà estromesso dall’Istituto. Si toglierà la vita il 5 luglio del 1932.