Descrizione
Ristampa conforme alla terza edizione del 1956. Coll. I Coralli.
Cesare Pavese [Santo Stefano Belbo, 1908 – Torino, 1950) ha svolto un ruolo essenziale nel passaggio tra la cultura degli anni Trenta e la nuova cultura democratica del dopoguerra. La sua partecipazione al presente si è sempre legata a un profondo senso della contraddizione tra letteratura e impegno politico, tra esistenza individuale e storia collettiva, attraverso una tormentosa analisi di sé stesso e dei rapporti con gli altri e una ininterrotta lotta per costruirsi come uomo e come scrittore. Amico di L. Ginzburg e di altri intellettuali antifascisti, fin dagli anni Venti lesse numerosi autori americani e iniziò a tradurre scrittori inglesi e americani. Negli anni successivi svolse un intenso lavoro in questo campo traducendo, tra l’altro, opere di Defoe, Dickens, Melville, Joyce. Fra il 1935 e il 1936, per i suoi rapporti con i militanti del gruppo Giustizia e Libertà venne arrestato, processato e inviato al confino a Brancaleone Calabro; tornato a Torino, fu tra i principali collaboratori della casa editrice Einaudi. Dopo la Liberazione, si iscrisse al partito Comunista e cominciò a collaborare all’Unità. Seguirono anni di lavoro molto intenso, in cui egli scrisse e pubblicò le sue opere di maggior successo. Venne trovato morto, per effetto di una dose eccessiva di sonnifero, il 27 agosto 1950.